Lo State of Social del 2018 premia engagement e targettizzazione

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Secondo lo State of Social 2018, report che analizza l’approccio del marketing ai social, le cose vanno bene, ma non benissimo.

La cosa più complicata quando si parla di marketing e social è capire se ha senso. Se ha un riscontro effettivo tutto questo condividere e piacere.

Il dato interessante numericamente parlando è la grande impennata dell’uso della messaggistica a fini di marketing. Il marketing via Messenger, Whatsapp e via dicendo, sta diventando una realtà che quotidianamente osserviamo sui nostri smartphone. In realtà sono però solo il 20% delle aziende intervistate quelle che hanno investito nella messaggistica istantanea per pubblicizzarsi. Vi immaginate se lo facessero tutte quante, i nostri telefoni probabilmente impazzirebbero e non di gioia. E il rischio è quello di scocciare e indisporre anche un cliente ben disposto.

Ancora e sempre più forti i social nel loro uso più “tradizionale”. Non solo, ma più del 30% degli intervistati ha dichiarato che le proprie strategie di marketing sui social sono “molto efficaci”. Addirittura? E come fate a dirlo verrebbe da chiedere. Fortunatamente la domanda successiva del sondaggio era incentrata proprio su questo dilemma. Come si misura il ROI degli investimenti social? La risposta di massa, che ha fornito quasi la metà degli intervistati, è stata con l’engagement!

Ma chi mi segue, mi compra? Eterna domanda senza risposta. Io dico: non necessariamente! Ve lo dico da superfan di Taffo Funeral Service, ma onestamente non so chi avrà l’onore di pagarmi la tomba, non ho comunque nessuna intenzione di portarmi avanti! O per fare un esempio meno macabro, anche j.Gasco ha un’ottima strategia social acchiappalike, ma io la loro tonica non l’ho mai comprata. Questi sono esempi banali, ma credo che il punto sia. Non è l’engagement, non è il numero di persone che raggiungi, ma conta molto di più la targettizzazione fatta bene prima della campagna social. Finché sbagli mira, puoi avere anche 1000 colpi in canna, ma non porterai a casa mai nulla. My two cents.

Per il resto nulla di nuovo bolle in pentola. i video vanno alla grande e sono quello su cui si scommetterà ancora in futuro, cercando di sconfiggere l’algoritmo sempre più penalizzante di Facebook. Ormai Zuckerberg tiene molto poco in considerazione i brand (sponsorizzate a parte), l’unica opzione che garantisce una buona visibilità (organica) a prescindere dalla quantità del contenuto sembra essere la diretta video. Ma .. per quale azienda è fruibile una possibilità del genere per la propria strategia di marketing? Quante aziende possono cimentarsi in dirette Facebook dalla dubbia utilità che rischiano di cadere nel ridicolo? Pochissime, principalmente chi si occupa di eventi e vuole documentarne il risultato.

Insomma tutte queste considerazioni per dirvi: il marketing cambia, cresce, decresce, si evolve, sfrutta mezzi diversi, forse più ambigui oggi, forse meno tangibili; d’altronde quando mai abbiamo potuto misurare al centimetro la riuscita di una classica campagna pubblicitaria cartellonistica, per esempio? Insomma il marketing, pur evolvendosi nelle forme e nel colore rimane efficace se sappiamo dove puntare. Non quanti, ma quali! E in questo la tecnologia può darci più di una mano, Non sarebbe meglio avere meno follower, ma reattivi, attenti, coinvolti? Loro possono essere i nostri stessi ambasciatori, loro possono incidere sul nostro business, non le folle di seguaci acquistati sparando nel mucchio.

Forse il marketing non è quella scienza che ti garantisce in automatico degli 0 sul conto corrente, ma ti garantisce, quello sì, una crescita di audience su cui tu stesso avrai il compito di essere incisivo trasformando i prospect in clienti veri e propri. Come dire, il marketing sa farti l’assist giusto, se non la metti dentro la colpa è tua.